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UN PO’ DI STORIA

Siamo nel 1530 quando inizia la vera e propria colonizzazione del Brasile da parte dei portoghesi ed è proprio da qui che parte il lungo viaggio nel tempo alla ricerca delle origini del Cão de Fila poi divenuto per tutti Fila Brasileiro. Un esotico ed affascinante cammino attraverso quattro e più secoli di storia segnati da invasioni, esplorazioni dell’interno, schiavizzazione dei nativi, pericoli della giungla, caccia al giaguaro, battaglie e ancora la schiavitù dei neri africani e le rivolte in cui cani e uomini hanno condiviso strettamente un cammino difficile in una terra vasta, selvaggia e ostile. Esiste pochissima documentazione sul passato della razza e sulle sue possibili origini per cui si è in gran parte teorizzato, e forse in qualche caso in modo un poco superficiale e senza troppi approfondimenti, su un possibile percorso evolutivo piuttosto che dimostrarlo. Alcuni recenti e approfonditi studi (Cão Fila Brasileiro – Preservação do Original di Antonio Carlos Linhares Borges), basati su dettagliate e verificate ricostruzioni storico-migratorie delle popolazioni all’interno del vecchio continente con al seguito i propri cani, sembrano aggiungere parecchi elementi di certezza e concretezza a conclusioni piuttosto diverse e più credibili rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. Di sicuro quindi furono gli antichi cani europei i progenitori della razza e, considerando che il Brasile è stato fin dalla sua scoperta una colonia di esclusivo dominio portoghese, senza grandi dubbi si può affermare che i cani della penisola Iberica come Alano Spagnolo, Fila di Terçeira, probabilmente il Sabueso Spagnolo e anche qualche cane da pastore originari della stessa penisola, abbiano avuto un ruolo importante e determinante nella formazione del Fila Brasileiro.

    storia fila del toro    

Come e quando invece ciascuna di queste razze sia intervenuta nella sua formazione resta piuttosto difficile da ricostruire. Quel che sappiamo è che fino a metà del secolo scorso il Fila era conosciuto come un grosso cane rustico e aggressivo che viveva all`interno del Brasile, soprattutto nello stato del Minas Gerais (semplicemente per essere stata la zona dei primi e consistenti insediamenti portoghesi legati alla scoperta di materie prime tra cui oro e diamanti) e, in percentuale minore, all’interno degli stati di San Paolo, Mato Groso e Goias. Chiamato anche cabeçudo, boyadeiro o onçeiro, lavorava con l’uomo nelle fattorie, occupandosi del bestiame, cacciando, facendo la guardia. Il Fila era in sostanza un cane rurale, utile e conosciuto bene solo dagli uomini che lo utilizzavano quotidianamente in quelle grandi realtà agricole che vengono chiamate comunemente “fazendas”. La prima comparsa in esposizione fu nell’anno 1939, la seconda solo nel 1943. Nel 1947 risulta l’iscrizione della prima cucciolata al Kenel Club Paulista. Ma fu il 1948 ad essere decisivo per lo sviluppo della razza. In quell’ anno infatti il dr. Paulo Santos Cruz, che sarà riconosciuto in seguito come padre della razza, si imbatte` per la prima volta nel Fila. La storia dell’incontro è affascinante: resosi conto in seguito ad un innocente invasione di ragazzini in cerca di una palla smarrita che i cani da “guardia” che possedeva non erano assolutamente in grado di fare il loro lavoro, consigliato da un amico volle vedere un Fila. Impressionato si decise a sostituire i suoi cani con alcuni soggetti di quella “nuova” razza appassionandosi ad essa a tal punto da divenirne allevatore e poi giudice. Il suo entusiasmo lo portò a scrivere e divulgare le qualità di questo cane sulle principali riviste cinofile dell’epoca facendo nascere un vero e proprio interesse per la razza a livello nazionale, interesse che crebbe velocemente e in pochi anni nacquero molti allevamenti. Nel 1950 lo stesso Paulo Santos Cruz diede inizio all’elaborazione del suo primo standard di razza. Nel 1968 la FCI avrebbe riconosciuto ufficialmente la razza.

    storia fila del toro    

Negli anni ’70, con il fenomeno dell’urbanizzazione a livello globale e che coinvolse naturalmente anche il Brasile, si verificò un vero e proprio boom commerciale del molosso brasiliano. La maggiore necessità di sicurezza legata ad una crescita esponenziale delle città, che andavano via via ingrandendosi e popolandosi per l’arrivo di copiosa manodopera proveniente dalle campagne, moltiplicò infatti a dismisura le richieste di cani da guardia. Aumentò così di pari passo la produzione di cuccioli e, come spesso avviene in questi casi, a discapito della qualità`. Ad aggravare poi la situazione prese piede il fenomeno del “meticciaggio”. Molti allevatori infatti cominciarono a incrociare il Fila puro delle fazendas con altre razze quali il Mastiff inglese, Mastino Napoletano e Alano Tedesco per alzarne ed ingrossarne la taglia. Questi esemplari impuri, con evidenti segni di stravolgimento morfologico e caratteriale ma dotati` di pedigree ufficiale per via probabilmente anche di un disinteresse complice da parte delle autorità cinofile, entrarono di prepotenza nelle case dei brasiliani e spesso andarono a formare il “plantel” di importanti allevamenti sia all’interno del paese che all’estero, consolidando nel tempo e fino ai giorni nostri una tipologia di cane che ben poco ha a che vedere con i soggetti originali formati e cresciuti nel loro habitat naturale. A tutto questo seguirono svariate controversie e sollecitazioni da parte dei “puristi” che portarono le autorità, nell’anno 1975, alla chiusura del registro ufficiale di razza. Si continuò a discutere per diversi anni della questione finchè si giunse però, alla fine degli anni ’70, alla rottura tra la CBKC, l’organo ufficiale della cinofilia brasiliana, e quella parte di allevatori che la ritenevano poco propensa a considerare seriamente il cosiddetto fenomeno del “meticciaggio”. Fu istituita così la Comissão de Aprimoramento do Fila Brasileiro, dapprima come commissione ufficiale CBKC con l’intento di far fronte al problema, ma poi staccatasi definitivamente per le divergenze insanabili sul cammino da seguire nella tutela del tipo “autentico” e trasformata quindi in una organizzazione autonoma e indipendente, tutt’ora esistente, col nome di “Clube de Aprimoramento do Fila Brasileiro” (CAFIB). Il CAFIB adottò subito l’ultima versione dello Standard stilato nel 1978 da Paulo Santos Cruz. Ulteriori divergenze tra allevatori di questa stessa area hanno poi portato nel corso degli anni successivi alla costituzione nella patria d’origine di altri due Club autonomi, UNIFILA e AMFIBRA che, seppure con statuti e regole diverse, hanno l’obiettivo di proseguire nel solco tracciato dal “padre” della razza mantenendo intatte le caratteristiche originarie del cane.